Comunicazione disequilibrata e quello sconosciuto equilibrio in campo

Su Il Mediano Sport.

Arriva una strana conferenza stampa del nuovo tecnico azzurro. Il Napoli decide di negare a tv e radio locali e siti online la prima presentazione di Sarri, che si è dedicato alle maggiori testate giornalistiche e televisive con interviste personalizzate. Dura la reazione degli interessati, imponendosi di non riportare le parole nelle interviste del mister. Probabile la volontà di fare uno sgarro a qualcuno troppo critico, ma sinceramente non se ne capisce la ratio, dal momento che si fa fuori buona parte dell’informazione. Nonostante molta parte della comunicazione nostrana e non, soprattutto quella online, sia ripetitiva e poco originale, e qualche volta ostile, non si capisce perché vietare la prima comunicazione ufficiale del nuovo tecnico. Aspettando motivazioni a riguardo, non si può non analizzare quest’atteggiamento del Napoli con stupore.

Potete leggere i dettagli dell’intervista sulle testate che le hanno fatte (e.g. Il Mattino e Corriere dello Sport). Mi soffermerò sull’aspetto tattico e le informazioni trapelate.

A Il Mattino, rispondendo ad una domanda riguardo le impressioni sul Napoli della scorsa stagione, Sarri dice: «Basta vedere quattro o cinque partite, le prime, per farsi un’idea: una squadra con enormi potenzialità tecniche e straordinaria pericolosità offensiva, eppure con una mancanza di equilibrio che poteva vanificare quelle qualità. L’impressione è stata di una squadra in grado di vincere a Barcellona in una partita secca e di perdere a Empoli nel corso del campionato. Ma c’è una base di valore, un patrimonio da coltivare». E continua sull’equilibrio: «Per tutte le squadre il segreto è l’equilibrio. Non può esistere la formazione difensivista e quella offensivista: un simile concetto è una limitazione. E la capacità offensiva di una squadra è frutto del lavoro del tecnico e delle qualità dei giocatori». Parole che non sorprendono e che non suonano nuove alle nostre orecchie. L’equilibrio, una parola soventemente sconosciuta al Napoli di Benitez. Il Napoli di Benitez è stata una squadra dalla doppia faccia, capace di tutto e capace di sbriciolarsi col più debole degli avversari. Lo abbiamo scritto, detto, e stampato a fuoco durante la scorsa stagione. Si tentò di dare equilibrio alla squadra intervenendo in alcuni ruoli, ma il Napoli della stagione appena terminata non è riuscito nel raggiungimento di tale obiettivo e lo si è visto in campo. Ritornano alla mente le tante interviste di Benitez nelle quali questa parola suonava come il Santo Graal, l’obiettivo da raggiungere per evitare i disastri come quelli con Verona, Palermo, Empoli, ecc. ecc. Sarri ritorna sul punto dolente, l’equilibrio. L’equilibrio tra i reparti. L’equilibrio difensivo. L’equilibrio in attacco, che probabilmente significherà che la squadra sarà meno prolifica, ma si spera più equilibrata in mezzo al campo. Il 4-2-3-1 di Benitez richiedeva tanto lavoro agli esterni, che potevano dare quell’equilibrio necessario ad un centrocampo fatto di soli 2 uomini, non riuscendoci sempre. Il nuovo Napoli di Sarri si affiderà sicuramente al centrocampo a 3. La speranza è che riesca a dare di più in fase di copertura, togliendo inevitabilmente qualche cosa alle bocche di fuoco in avanti. Non credo vi sia alternativa. E ancora, è interessante il suo commento su Valdifiori, giocatore che potrebbe aiutare a velocizzare la crescita della squadra. Sarri non dimentica di ricordare i successi del Napoli delle ultime stagioni, e l’obiettivo sarà l’innesto di giovani e italiani, con un occhio al vivaio azzurro.

A complemento arrivano le dichiarazioni rilasciate al Corriere dello Sport: «… Adatterò il mio gioco alle caratteristiche degli uomini che ho a disposizione per esaltarli». Un approccio senz’altro diverso da quello Beniteziano, che adattava i suoi giocatori al modulo. Due modi diversi di approcciare il gioco del calcio, ma non è detto che non siano più vicini di quello che sembri. Alle domande di Antonio Giordano, il mister mostra di essere diverso dal suo predecessore, che si proponeva di allenare non solo i giocatori, ma anche i giornalisti. Sarri afferma di essere poco interessato ai giornali e alle notizie sul web. L’ho scritto più volte, ho sempre apprezzato quel modo di fare di Benitez, quell’atteggiamento educatore, quel tentativo di costruire un movimento comune, che spingesse anche le prestazioni del Napoli. Ma ci accontenteremo della non curanza mediatica del nuovo mister, sperando di attaccarci al suo nuovo stile, alle sue vittorie, all’equilibrio tanto cercato, ma mai trovato.

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