Il Napoli di Benitez, 4-2-3-1 in fase attiva e 4-4-2 in fase passiva, da sempre!

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Nel calcio, per modulo di gioco si intende la disposizione in campo dei giocatori di una squadra. Esistono una ventina di combinazioni (fonte Wikipedia), difesa a 2, 3, 4 o 5, i classici 4-4-2 e 4-3-3, il 3-5-2 o 3-4-3 di Mazzarri, il 4-2-3-1 di Benitez, e ancora altre varianti che si sono conquistate l’onore di una nomenclatura importante: 4-1-2-1-2 (diamante), 4-3-1-2 (rombo), 4-3-2-1 (albero di Natale), 4-2-4 (sistema diagonale), ecc.

Proverò a fare un po’ di chiarezza sull’assetto tattico del Napoli di Benitez, perché spesso sembra che si scopra solo ora quale sia la reale disposizione in campo dei nostri. Va però premesso che il modulo fornisce un’informazione parziale, dà certamente un riferimento sulla regione di campo che ogni giocatore occuperà durante la partita, ma due squadre possono giocare con lo stesso modulo, ma interpretarlo in maniera fondamentalmente diversa. Nella tesi per il corso master da allenatore di Mario Somma troviamo questo concetto spiegato ancora meglio: “Se prendiamo, invece, in esame un solo sistema di gioco è fin troppo logico che “il nome in numeri”, pur fotografando la disposizione dei giocatori, è solo un punto di partenza per svolgere e far vivere quel metodo di gioco; il gioco è dinamico, perché ci sono le caratteristiche dei giocatori, perché ci sono gli avversari, perché ci sono momenti diversi in una partita…”

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4-2-3-1 al fischio iniziale

Sin dalla prima partita di Benitez sotto l’ombra del Vesuvio, il Napoli ha sempre iniziato le partite giocando il 4-2-3-1 in fase attiva, e cioè in fase di possesso palla. O addirittura, quasi un 2-4-3-1, perché i terzini di difesa appoggiano la manovra. In fase attiva ci sono due attaccanti esterni, ad esempio Insigne e Callejon (che nello scacchiere tattico si alternano con De Guzman, Mertens e Gabbiadini), un trequartista centrale, Hamsik (che si alterna con De Guzman), e poi la punta centrale, Higuain (o Zapata). Nella snapshot a sinistra viene mostrato il calcio di inizio di Chievo Verona – Napoli (2° giornata di andata 2013/2014). E’ chiara la disposizione in campo dei nostri. Con i terzini tra i centrali di difesa e i mediani, e gli attaccanti esterni pronti per partire.

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I trequartisti e la punta in fase di ripartenza

La disposizione dei 4 in avanti è chiara nella snapshot a destra, relativa alla partita Napoli – Roma (8° giornata di ritorno 2013/2014). C’è una ripartenza di Hamsik, la manovra è accompagnata dai due esterni d’attacco e da Higuain. I 4 vanno a formare un triangolo offensivo, proponendo una parità numerica contro i 4 difensori romanisti.

Invece, in fase passiva, e cioè quando hanno palla gli avversari, il Napoli gioca sempre col 4-4-2. E questa disposizione tattica è tanto più pronunciata quanto più forte è l’avversario che si incontra, e quanto più pronunciato il possesso palla avversario. In fase passiva i due attaccanti esterni fanno i centrocampisti esterni della linea a 4 di centrocampo, lavorando per chiudere le linee di passaggio e occuparsi del terzino avversario, e il trequartista avanza a disporsi in linea con la punta centrale per portare il pressing ai due difensori centrali avversari. Una volta ripresa la palla, coprendo le linee di passaggio o attraverso un recupero sull’uomo, si può ripartire, quasi sempre con gli esterni o con Hamsik (come nella snapshot precedente).

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Fase passiva in Napoli – Milan

La snapshot sulla sinistra mostra la disposizione in campo del Napoli durante la fase passiva nella partita Napoli – Milan (4° giornata di ritorno 2013/2014). Il Milan ha il possesso della palla, che fa circolare tra i difensori. Le linee (di difesa, centrocampo e attacco) del Napoli fanno il pendolo verso il lato dove gli avversari stanno giocando la palla. Se queste linee si mantengono strette e compatte (vedi pannello in basso a sinistra), allora gli spazi per le incursioni avversarie sono pochi (nel pannello in basso a sinistra, il milanista cercherà di servire l’esterno che fugge, ma il nostro esterno sinistro, Insigne, intercetterà il pallone). In altre situazioni, ad esempio nel pannello in basso a destra, dove l’azione è portata sul fronte sinistro del Napoli, i nostri si potranno trovare con l’esterno destro schiacciato verso il centro del campo, che dovrà riprendere la sua posizione se gli avversari fanno un cambio di gioco.

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Fase passiva in Napoli Roma

Vediamo la stessa disposizione tattica di centrocampo e attacco nella partita Napoli – Roma (8° giornata di ritorno 2013/2014). Ancora, gli esterni sono perfettamente in linea con i mediani, e tutta la linea, insieme alle due punte e alla linea di difesa (non mostrata) fanno un movimento a pendolo verso il lato del pallone.

Quindi il Napoli continua ad utilizzare i due moduli nelle due fasi. Lo faceva l’anno scorso, e lo fa quest’anno. Vinceva lo scorso anno giocando con Jorginho e Inler, vince quest’anno giocando con Gargano e David Lopez. Se in fase passiva si coprono tutti gli spazi con le due linee dei difensori e dei centrocampisti, e si gioca con dedizione ed attenzione, è il modulo che consente la migliore copertura del campo. Il problema nasce quando giochi con una squadra di medio-basso livello, e sei costretto a sbilanciarti oltremodo, con i 4 d’attacco che non riescono a recuperare quando la palla viene guadagnata dagli avversari che ripartono. Anche quest’anno il Napoli si è ritrovato spesso in queste situazioni (ad esempio con Bilbao e Palermo), a dover difendere con i 4 di difesa e i soli 2 mediani.

Secondo gol del Palermo in  Napoli - Palermo 3-3

Secondo gol del Palermo in Napoli – Palermo 3-3

Il secondo gol preso dal Palermo (ampiamente discusso in Napoli – Palermo 3 – 3. L’analisi del secondo e terzo gol del Palermo.) dimostra quale possa essere il punto debole del modulo del Napoli, ma solo se i 4 in avanti non partecipano alla fase di copertura. Sul gol del Palermo rimangono in difesa i 4 difensori (in linea), i due mediani che si sono schiacciati dal lato della palla, e il lato opposto è sguarnito, perché i 4 in avanti non tornano. La palla verrà messa sul lato sguarnito e sarà gol.

Il 4-2-3-1 non è altro che l’evoluzione del 4-4-2, per intenderci il 4-4-2 del Milan di Sacchi e Capello. La Francia che vinse il mondiale del 1998 giocava con questo modulo, poi Benitez al Valencia, Del Bosque al Real Madrid, Spalletti con la Roma, ecc. ecc.. E’ il modulo che consente di coprire in maniera più uniforme il campo da gioco, meglio del 4-3-3, meglio del 3-5-2. Ma è più debole a centrocampo, perché concede un centrocampista ai moduli che giocano con 3 centrocampisti, ma se i due esterni fanno correttamente la doppia fase, la copertura è totale.

I 2 esterni d’attacco sono quindi i giocatori fondamentali dal punto di vista tattico. Sul sito ufficiale di Rafa Benitez troviamo un articolo in cui si discute dell’arretramento degli esterni nel ruolo di terzini, che ci illumina nella comprensione dell’evoluzione di questo modulo, e l’interpretazione che ne fa l’allenatore spagnolo.

Importante questo paragrafo: “Ogni tifoso sa che è più semplice convertire un’attaccante in difensore che viceversa, dato che è più facile spazzare che controllare e portare palla in un’area ristretta e piena di difensori. Pertanto il graduale arretramento di esterni naturali in terzini era una logica conseguenza.”

Voglio estrapolare questo discorso agli esterni di attacco.  Se in fase passiva difendi con un 4-4-2, nel quale gli esterni offensivi arretrano per giocare da esterni di centrocampo, questi giocatori (ad esempio Insigne), nati come attaccanti (quindi bravi tecnicamente), devono sviluppare delle doti di interdizione. Ed è molto più facile insegnare ad Insigne come si difende che a Maggio come si fa l’attaccante. La mentalità di Benitez è fortemente offensiva, quindi i 4 giocatori tecnicamente pericolosi in pianta stabile nella metà campo avversaria sono fondamentali, ma è fondamentale insegnare agli attaccanti esterni a difendere. Giocatori che si adattano al modulo e non viceversa.

In fase attiva 4-2-3-1 e in fase passiva 4-4-2, da sempre.

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