Il Napoli non si accontenta. Vuole il passaggio del turno in Champions, e lo ottiene. Non vuole lasciare nulla al caso anche in un campionato che sembra segnato. Rilancia, mette in campo le sue solite convinzioni e capacità, e poggia il poker sul tavolo del Torino.
Nulla da eccepire, pochi patemi, per il resto è una liscia storia, la sblocca Osimhen, poi ci mette il piedino Kvara, e completano la partita la grande azione che porta al secondo gol di Osimhen e il primo gol in azzuro di Ndombele.
I 4 gol al Torino confermano ancora una volta che il Napoli lo vuole vincere questo campionato! I punti sono 19 dalla seconda, che è ora la Lazio, che scavalca l’Inter. Gli azzurri non lasciano nulla per strada, e quantomeno non lo faranno fino al momento in cui la matematica darà il suo responso, lottando per l’obiettivo più bello. E dopo la pausa delle nazionali occhio al Milan al Maradona, e al turno di Champions.
La prima volta. La prima volta che il Napoli raggiunge i quarti di finale della maggiore competizione europea. Sistema la pratica tedesca senza grossi patemi. 3 gol, e poche preoccupazioni sul campo, mentre la città soffre per le orde di tifosi criminali che si riversano per le strade. Il Napoli domina l’incontro, Meret ci mette le mani una volta. Il gol di Osimhen è l’ennesima prova della forza di questo ragazzo, che elevazione, salta più di un saltatore in alto, e il suo secondo gol è figlio di passaggi precisi, chiude Zielinski su rigore.
Il Napoli passa il turno, è la sua e la nostra prima volta, e i sorteggi decidono che sarà il Milan l’avversaria da sconfiggere per arrivare alle semifinali. Per quanto visto in campionato, i rossoneri non dovrebbero essere una montagna difficile da scalare, ma chi può metterci la mano sul fuoco? Napoli dalle mille sorprese. Napoli sicuro di sé, cinico e dalla forte mentalità. Napoli spettacolare. Napoli la macchina perfetta. Napoli e la sua prima volta. E sapete quale sarebbe il sogno? Vivere, durante questa stagione, almeno altre 3 prime volte.
Come vi avevo scritto, e come speravo, la sconfitta con la Lazio non avrebbe dovuto destare preoccupazioni. E il Napoli lo conferma con la mai facile Atalanta di Gasperini. E’ il solito Napoli che macina gioco, che si scontra contro i nerazzurri di Bergamo, messi in campo per bloccare gli azzurri. Il Napoli ci prova con combinazioni centrali, cambiando lato, cercando l’imprevedibilità di Kvara, con la ricerca di Osimhen in profondità. Pressa gli avversari, li schiaccia, Osimhen rovescia ed è troppo preciso di testa per segnare. La palla non vuole entrare, ma il Napoli non si ferma. E quando la situazione non si smuove, si cerca la creatività, l’estro, il genio. Il Napoli recupera palla, Osimhen scappa e serve Kvara. Il georgiano ha 7 avversari intorno a sé, destra, sinistra, destra, tocchetto per allungarsi il pallone, palla in alto a sinistra e avversari imbambolati. Chiude l’incontro la palombella di Rrahmani.
Si ritorna alla normalità. Il Napoli dimostra che certe partite si possono perdere, ma animo, capacità e convinzione non cambiano. Il Napoli vince e convince ancora una volta, ritorna lungo il percorso intrapreso. Allunga in classifica, sono 18 dall’Inter, e il finale di stagione si avvicina.
Il Maradona incontra il suo vecchio comandante Sarri, che presenta le sue migliori armi per frenare il Napoli, per metterlo in difficoltà, per rallentare la sua corsa, e ci riesce. Attenta la Lazio a chiudere le linee di passaggio azzurre, a bloccare le fasce, a costringere gli azzurri al lancio lungo e al tiro da fuori. Non è il miglior Napoli, ma questo è anche da imputare alla partita metodica giocata dagli uomini di Sarri. La Lazio si difende, concede agli azzurri il possesso palla, d’altronde non può far altrimenti. Ma non credo che si possa dire che i celesti romani abbiano messo un pullman davanti alla porta, hanno giocato la loro partita. Il Napoli ha le sue occasioni, soffre, sbaglia, Di Lorenzo toglie dalla rete un sicuro gol nel primo tempo. Gli azzurri subiscono la rete del vantaggio definitivio avversario nella ripresa. Kvara sbaglia a rinviare la palla e Vecino calcia di controbalzo, che bel gol. Il Napoli non molla, insiste, prende un legno, lo stesso faranno gli avversari da calcio da fermo. E’ sconfitta per il Napoli al Maradona. Il distacco da Inter, Roma e Lazio si accorcia, quello dal Milan resta invariato.
E’ una sconfitta che fa male, certo. Per quanto visto in campo un pareggio avrebbe dato la giusta soddisfazione ad entrambe le squadre, ma questo è il calcio. Una partita di calcio si decide anche sugli episodi, che possono portarti in paradiso, ma anche all’inferno. La partita, ben organizzata dai Laziali, raggiunge il suo scopo: frenare gli avversari, per sfruttare le occasioni al momento giusto. Ma è solo una sconfitta contro una squadra che ha meritato, è una sconfitta decisa da un episodio favorevole. E’ stata una partita che non ha visto il miglior Napoli, ma un Napoli che non ha mollato e non è crollato, subendo un’unica accidentale rete. E’ una sconfitta che non deve farci preoccupare, è una sconfitta che fa parte del corso di partite come questa. E’ una sconfitta che però ci deve far capire che il campionato non è ancora finito, e che quel “3” per ora va cancellato da pareti e bandiere. Il Napoli non può perdere questo campionato, e per farlo deve subito ricominciare a correre come sa fare, e come ha fatto durante tutto il campionato.
Il Castelleni non è più quello di una volta, anche perché il Napoli non è più la squadra del passato. Il Napoli è squadra camaleontica, che quando non riesce a sfondare con il gioco, mina le certezze avversarie dai calci da fermo. Prima Ismajli fa il più classico degli autoreti su passaggio fendente di Zielinski. Il raddoppio avviene grazie allo schema che mette Kvara nella posizione di calciare in diagonale verso la porta, Vicario la ribatte proprio sui piedi di Osimhen, che approfitta. Sembra finita, ma nella ripresa Mario Rui si fa espellere per reazione scomposta, e lascia in 10 i compagni. Ma sarà un gesto di immaturità al quale i compagni porranno rimedio con maturità, equilibrio e concretezza. Un po’ di cambi, il jolly Elmas dentro, e la partita si indirizza senza alcuna preoccupazione fino alla fine. Bravi gli azzurri a non subire il colpo, a reggere la partita tanto in 11 quanto in 10, a proporsi in fase offensiva anche in 10 (con Simeone e Gaetano). Ennesima vittoria. E sono altri 3 punti.
Ennesima prova di maturità di un gruppo che non si ferma davanti a nulla, nemmeno dopo un’espulsione. Il Napoli vola, e l’Inter inciampa e si fa raggiungere dai cugini milanisti. I punti dalla seconda diventano 18, e le speranze per gli strisciati e tutti gli altri si affievoliscono.