Come lanciare una moneta: testa o croce?

nap-besOramai discutere della singola partita ha poco senso, il match di Champions League con il Besiktas è figlio di una crisi di risultati iniziata a Bergamo, e proseguita con la Roma e con i turchi. Il Napoli vive una crisi, una crisi di risultati, soprattutto. Gli eventi sono avversi alla squadra di Sarri, qualche mancanza pesa (vedi Albiol e Milik) e non tutti sono al meglio delle proprie condizioni fisiche, ma soprattutto mentali.

Ma che succede? Gli azzurri hanno perso la loro solidità difensiva? In attacco sono meno efficaci del solito, producono tanto e segnano poco, concedono qualche cosa in più del solito e si fanno punire con una facilità disarmante. Le uniche certezze sono i numeri, leggiamoli (i numeri sono estratti da WhoScored). Leggiamo i numeri delle ultime 3 partite.

La normalità. Nelle utltime 3 partite il Napoli ha tenuto il pallone per il 63% del tempo, più della sua media stagionale (57%) e ha divorato gli avversari nella qualità del gioco, in media ha mandato a segno l’85% dei passaggi (poco meno della media stagionale, 88%) contro il 74% medio degli avversari. Sempre meglio degli avversari nel possesso palla e nella qualità dei passaggi. E arriva alla conclusione meglio delle squadre che si è trovato ad affrontare, in media 17 volte a partita contro gli 11 tiri avversari. Leggermente meglio anche nei tiri nello specchio, 5.3 contro 4.3.

Testa o croce? Nelle ultime 3 partite il Napoli ha subito 7 reti, e ne ha segnate soltanto 3.  La maggior efficacia offensiva degli avversari e quindi la scarsa applicazione difensiva degli azzurri sono evidenti dalle percentuali dei tiri che centrano la porta. Il Napoli centra la porta il 31% delle volte, contro il 39% degli avversari.  I numeri cominciano a diventare preoccupanti quando si va a vedere come questi tiri vengono convertiti in gol. Il Napoli ha convertito in gol il 6% dei tiri in porta e il 19% dei tiri nello specchio. Le percentuali medie avversarie sono avvilenti, gli avversari di queste ultime 3 partite hanno convertito in gol il 21% dei tiri totali, e ben il 54% dei tiri nello specchio. Questo significa che la metà dei tiri che centrano lo specchio vanno in rete. Oramai giocare con il Napoli è come lanciare una moneta, testa o croce? L’importante è centrare la porta, poi la probabilità di segnare è del 50%, proprio come beccare testa o croce lanciando una moneta. Se si guarda la media stagionale dei tiri convertiti in gol, la media del Napoli è dell’11%, quindi meglio di quanto fatto nelle ultime 3 partite: 0% con l’Atalanta, 5% con la Roma e 11% con il Besiktas. L’Atalanta si è mantenuta sui suoi standard contro il Napoli, 10%. Invece Roma e Besiktas si sono superate: per la Roma un 21% contro il Napoli, con una media stagionale del 12%, e il Besiktas arriva al 33% contro gli azzurri, con una media stagionale del 13%.

Le mille colpe. Quindi, pur tentando di giocare il proprio gioco, davanti è meno efficace, ma soprattutto, è un colabrodo dalle parti di Reina. La fase difensiva non è più come quella della passata stagione, di chi sono le colpe? Dell’assenza di Albiol? Di un Reina non sempre impeccabile? Dei gol regalati da Ghoulam, Koulibaly, Jorginho? Di una fase di pressing non sempre perfetta? Di una squadra sfilacciata che non favorisce il lavoro dei centrocampisti, ed in particolar modo di Jorginho? Delle ali che non riescono a fornire il supporto dovuto in fase passiva? Sono tante le possibili cause, è certo che la ruota non gira e il Napoli è demoralizzato, c’è troppa tensione nella mente di questi ragazzi. Lo testimoniano gli errori: Koulibaly con la Roma, Jorginho con il Besiktas, e poi il rigore sbagliato da Insigne. Ma a questo si somma la sorte avversa: il gol dell’Atalanta, favorito da una scenetta da comiche di Ghoulam, e il gol da annullare col Besiktas. E poi le colpe per disattenzione: i gol da fermo con Roma e Besiktas sono il chiaro segnale di mancanza di attenzione. Col Besiktas il Napoli subisce anche un gol che porta alla mente alcuni dei gol che il Napoli di Benitez subiva durante la sua seconda stagione. Sì, a proposito, contro i turchi mi è sembrato di rivivere quel Napoli: un portiere non sempre impeccabile, una fase difensiva ballerina, e disattenzioni a difesa schierata e dai calci da fermo.

Bisogna uscirne, al più presto, con Sarri al comando, l’unico dal quale non si può prescindere. Si deve ripartire dal gioco, da Sarri e da una tranquillità ritrovata da parte degli azzurri. Sperando di truccare la moneta a nostro favore.

Anche su Il Mediano Sport e MundoNapoli Sport 24.

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