Lazio – Napoli 0 – 2, nonostante finisca i mattoni, il Napoli riesce a costruire la settima meraviglia

All’Olimpico contro la Lazio, il Napoli è conscio della sua forza e lo dimostra dal primo minuto. Peccato per uno strano secondo tempo che vede il Napoli perdere colpi e concedere tanto spazio agli avversari.

Soccer: Serie A; Lazio-NapoliBene il Napoli, che attacca per vie centrali, pressa molto e preoccupa non poco la retroguardia della Lazio. La difesa biancoceleste è sottopressione, al punto da servire con un retropassaggio il Pipita, ma Marchetti para. Nella prima parte del primo tempo, però, si registrano alcuni palloni persi da alcuni azzurri nel tentativo di servire un compagno. La Lazio cerca la ripartenza. Gli unici pericoli della Lazio arrivano dal lato sinistro della nostra difesa, dove Strinic e Koulibaly devono contenere Candreva. Ma è dall’altro lato che arriva l’unica conclusione laziale, da un errore di Maggio, Lulic avrebbe potuto fare di meglio, palla alta. Per il resto del tempo è solo e soltanto l’azzurro del Napoli a dominare il sempre più tenue celestino delle aquile. Higuain è in giornata, decide anche di dribblare qualche avversario a centrocampo e dispensa un assist spettacolare per Callejon, ma il passaggio è troppo debole. E’ solo questione di tempo. Il gol è nell’aria. Palla in profondità per Callejon, che taglia verso il lato sinistro dell’attacco azzurro, come già visto in altre occasioni. Serve la palla in mezzo per Higuain, palla ribattuta dal portiere, e gol di petto del condottiero azzurro. 23 su 23. E fa scemi gli avversari. Questo Higuain può segnare con qualsiasi parte del suo corpo. Male in difesa la Lazio, che ama farsi del male, continuando a tenere la difesa alta senza pressare in maniera adeguata i portatori di palla. Questa scellerata condotta della squadra di Pioli è perpetrata anche con Insigne, che può servire tranquillamente Callejon in profondità. Lo spagnolo proverà più volte ad inserirsi, come aveva fatto profiquamente in occasione del primo gol. Questa volta è solo con la palla al piede, e arriva il raddoppio. E’ il ritrovato cecchino spagnolo, lo spanish sniper, inserimento e precisione che vanno all’unisono. Napoli spettacolare nel palleggio, e tutti si muovono secondo un disegno divino, uno che arretra e l’altro che va in profondità. Il Napoli è come una distesa d’acqua che si fa accarezzare dal vento, che crea delle increspature in continuo movimento, il calcio del Napoli è pura armonia. Nel finale di tempo Candreva si fa male, esce per Keita, esce metà Lazio in un solo uomo. Che Koulibaly, prima gli toccava fermare Candreva, ora Anderson, monumentale.

Il secondo tempo inizia con una lunga fase di stasi, il Napoli cerca di gestire il match. La Lazio si affaccia nell’area di Reina, qualche grattacapo da Keita, e un colpo di testa fuori di Konko. Albiol ha deciso di spazzare qualsiasi palla gli arrivi sui piedi, ne perde la qualità, ma ne guadagna la serenità. Esce Insigne per Mertens. Che palla filtrante per Klose, ma sbaglia, gli rimbalza sulla schiena e la tira alta. Il Napoli è un po’ superficiale. Pericolo di Anderson. E l’arbitro interrompe la partita per gli ululati razzisti dei tifosi laziali verso Koulibaly. Higuain esce per Gabbiadini e la partita riprende. La partita potrebbe essere interrotta al successivo ululato dei tifosi biancocelesti, ma proseguirà fino alla fine. Ma il Napoli rischia dietro, concede troppo alla Lazio, si è spento, non gioca più! Nel finale, entra Chalobah per Hamsik. Per fortuna l’arbitro fischia, la partita è finita e anche l’Olimpico canta il coro azzurro.

Sarri mette in cassaforte altri 3 punti, distanza invariata dalla Juventus, dopo una partita iniziata a mille, che ci ha mostrato un Napoli invincibile, ma è finita con enormi difficoltà, e non se ne capisce il motivo. Il Napoli cerca di gestire la partita ma non ci riesce. Ma questa partita lascia questo Napoli con un nuovo record nella sua storia. Nonostante finisca i mattoni, il Napoli riesce a costruire la settima meraviglia, la settima vittoria consecutiva, eguagliando il record dell’epoca maradoniana, era la stagione 1987-1988, aggiungete su Wikipedia anche la stagione 2015/2016. Passo dopo passo. La prossima è col Carpi e poi si vola verso Torino.

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