Senza speranza

Il Napoli della stagione 2023/2024 del dopo scudetto si farà ricordare per un disastro totalmente inaspettato. Il Napoli è dichiaratamente una squadra senza speranza. Dopo l’ultimo cambio di allenatore aveva dato dei segnali positivi, ma la squadra si è suicidata nelle ultime uscite con Frosinone ed Empoli. Che disastro. Un disastro non annunciato. E anche quando la squadra riesce a performare bene, pur meritando ampiamente di vincere, non va oltre il pareggio con la Roma.

Col passare delle settimane, gli azzurri hanno sempre più ridimensionato gli obiettivi. Mancano solo 4 partite. Ora la squadra con lo scudetto sul petto è in lotta per un posto in Conference League, con speranze ridotte al lumicino di raggiungere l’Europa League. Senza speranza.

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Posseduti da se stessi, quelli veri!

Quando sembrava che la storia dovesse ancora ripetersi, dopo essere passati in svantaggio grazie ad un gol à la Toni di Duric, gli azzurri sono posseduti da se stessi, quelli veri. Che spettacolo. Il Napoli torna a risplendere, torna ad illuminare i cuori. Osimhen salta più alto di tutti, anche di Sotomayor. Poi a volo, sembra Zidane, ma invece è Politano. Zielinski ricorda di essere un po’ Paul Newman, che interpretava un giocatore di biliardo, l’esecuzione balistica è precisa, traversa e gol. Il poker è di Raspadori, veloce come Carl Lewis. In mezzo a tanto ben di Dio, Colpani dice la sua, diventa per un attimo Insigne, e segna a giro.

Se fosse stata sempre così, ne avremmo viste delle belle.

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Questa stagione finisce qui, o quasi

L’ultimo mese ha visto il Napoli navigare tra alti e bassi, manifestando segnali positivi, ma fallendo gli ultimi obiettivi che restavano, dopo una stagione da dimenticare. Dopotutto, la sconfitta con il Barcellona e il pareggio con la prima della classe, l’Inter, avevano lasciato delle buone sensazioni. Ma con l’Atalanta il Napoli ricade del baratro e mette la firma sull’ultima rinuncia della stagione, la rinuncia alla Champions.

Nonostante Calzona abbia sistemato alcune cose, questa squadra non è riuscita a rialzarsi dopo le rovinose cadute in stagione. Ora tocca terminare questa stagione evitando ulteriori figuracce, lasciando spazio ad un insperato miracolo, ma soprattutto per poter pianificare il futuro prossimo. Il mercato invernale ha visto tanti arrivi. I nuovi acquisti di questa stagione non hanno convinto, o comunque non lo hanno fatto tutti. In questo finale di stagione ci aspettiamo di capire chi potrà continuare la propria storia con il Napoli. E poi aspettiamo notizie dalla dirigenza. Il nuovo staff tecnico va scelto il prima possibile. Per quanto riguarda quello che accade in campo, cosa resta da vedere? Sono 8 le partite che ci separano dalla liberazione. Il Monza è la prossima. Che dite, la vinciamo questa?

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Assaporiamo l’odore del successo

Con il Torino finisce con un misero pareggio. Il Napoli ha più occasioni, continua a mostrare miglioramenti, Kvara è imprendibile. Lo è quando si accoppia con Mario Rui, uno-due, e che gol di amorosi sensi. Sfortunatemente, una carambola favorisce il pareggio avversario. Qualche tentativo nel finale non frutta il gol della vittoria.

Ma dimentichiamo subito questo triste pareggio, perché ora assaporiamo, forse per l’ultima volta, l’atmosfera della coppa, il calcio dei grandi palcoscenici, quello che può essere l’ultimo e unico obiettivo di questa stagione. Per assaporare ancora una volta l’odore del successo. E chissà. Provateci. Proviamoci.

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Imperfetti, ma convinti

Imperfetti, ma convinti. Sono gli azzurri dopo pochi giorni di cura Calzona. Sono gli azzurri che ospitano al Maradona la Juve di Allegri.

Non ancora guariti, e infatti non si può pretendere che il nuovo mister rivoluzioni una squadra in così poco tempo.

Ma sono convinti, perché gli azzurri ora giocano a pallone. Hanno ancora strada da fare, ma si cominciano a vedere i giusti movimenti.

La fase difensiva è ancora precaria, e infatti gli azzurri subiscono spesso le ripartenze juventine, e le occasioni della Vecchia Signora sono parecchie. Imprecisi gli avversari, sbagliano di tutto, più cinici gli azzurri. Alla fine del tempo, alla prima vera occasione pericolosa, Kvara dice che è qui, che gol. Il pareggio è opera di un fendente di Chiesa. Ma la partita sorriderà agli azzurri. Osimhen si fa stendere in area di rigore. Il rigore c’è, ed è netto, il VAR lo conferma. Il nigeriano lo sbaglia. Per fortuna si fa trovare pronto Raspadori, avvoltoio. Il lavoro del mister si vede nella preparazione del rigore. Gli azzurri partono da una posizione lontana dal limite dell’area, per arrivare sull’eventuale ribattuta in velocità, ci riescono, e sono più veloci degli avversari. Bravo Napoli. E fatemelo dire. Come è bello vincere contro chi si vanta tanto di uno stile che non esiste, lo stile del fastidio, dell’arroganza,. lo stile dell’aggressione ad Osimhen in procinto di tirare il suo rigore.

Imperfetti, ma convinti. Pian piano il Napoli sembra ritrovare una sua strada. Il campionato è andato, ma forse qualche briciola si può ancora raccogliere.

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